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IMMAGINARE


Speranza in economia non coincide con l’ottimismo. Non è neppure un senso di religiosa attesa, meno ancora un affidamento ozioso e irresponsabile all’avvenire. È piuttosto la capacità, ovunque si operi, di immaginare come la decisione dell’agire potrà evolvere e diventare, sviluppandosi da ciò che già è. Applicare la metodologia della speranza significa entrare nel proprio posto di lavoro immaginando ciò che esso potrà diventare, assumendo la responsabilità del momento presente, dell’ora, ma anche di ciò che sarà per sé, per gli altri, per la natura. La speranza stabilisce sempre uno scarto tra futuro immaginato e realtà del presente. Questi scarti sono abitati dall’immaginario . In questi scarti si genera il futuro.
Le immagini mentali possiedono una certa loro energia, esprimono un’attività mentale che le forma e suppongono l’esistenza di una funzione che le adotta. Si tende a volte a rinviare le immagini semplicemente a una “coscienza immaginante” (P. Sartre), la fantasia. L’immagine dispone invece di una forza propria, resiste al libero arbitrio, rifiuta di lasciarsi facilmente dirigere. L’immaginario svolge il compito di: “abitare la coscienza come un intruso che viene a sconvolgere l’ordine di una casa, dove non era stata invitata” .
L’immagine è dotata di una relativa esteriorità. Con il suo carico di presagio, rivela, manifesta, chiarisce o sconvolge l’ordine delle realtà quotidiane. Ogni immagine forte è dotata di un potere fantasmatico, allucinatorio perché può sovraimporsi al mondo della rappresentazione oggettiva e presente, come il fantasma può passare per i muri o irrompere nei sogni. I riti di evocazione, la sostituzione temporanea degli assenti con le loro icone, il marketing che le abbina ai prodotti, lo spettacolo delle merci, sono esempi della densità delle immagini. I simulacri che si producono “esistono” realmente e agiscono. Le immagini non sono così limpide come i concetti, non obbediscono con prontezza all’attività del pensiero ma lo governano in maniera indiretta. Conservano una certa opacità ma non sono mai senza forza ed efficacia.
L’immagine è la base dell’anticipazione, prefigurazione di un futuro prossimo o lontano e saggio simbolico delle soluzioni ai problemi incontrati o previsti.
Nell’economia capitalistica e competitiva la necessità della previsione a lungo termine per l’attività di business ha introdotto la razionalizzazione nel futuro. Il calcolo sostituisce il sogno, il logos subentra al mithos. Il tempo è organizzato come lo spazio. L’immaginario del divenire è annesso al pensiero calcolante. Non è più campo privilegiato del sogno, del desiderio, della scelta, della volontà.







Nell’economia della speranza l’immaginazione acquista una forza e una densità particolari nel prefigurare e anticipare il futuro. L’immaginario ritrova la sua funzione profetica: immagine del reale colto nella sua tendenza e spinto più lontano, non solo supposto ma anticipato negli aspetti cognitivi ed emotivi. L’immagine, “riserva di emozione orientata” , aggiunge alla prospettiva del divenire una forza proattiva, orienta il sapere alla continuità del suo progredire. L’immaginazione e gli oggetti-immagini della produzione artigianale, agricola, industriale sono intermediari tra passato e futuro.


Questa scheda  è stata redatta da: Domenico Cravero   in data  25/11/2018


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